lightin' night,

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sette,
view post Posted on 14/6/2009, 21:30




Charles

Mio si esibì al mio orecchio in una perfetta imitazione del mio amico, e ridacchiai. Mi fece la linguaccia e mi chiese anche una cosa che trovai insolita. «Mh, ne avranno latte da darmi?» Riflettei un attimo, e le feci segno di aspettare. Quando gli hot dog furono pronti mi avvicinai all'orecchio del buon omino, che aggrottò le ciglia incuriosito e tirò fuori da un cassetto segreto un cartoncino di latte freddo. Lo ringraziai, e lo porsi a Mio, insieme alla cena.
Dopo aver pagato, addentai il mio cane-caldo e le feci segno di seguirmi verso la città. Piccole luci ci avvisavano che eravamo sempre più vicini alla nostra destinazione. «Buon apetito!» esclamai, mentre imboccavamo l'entrata della città e ci ritrovevamo nella piazza. La attraversammo, imbocammo una piccola via buia, prima di ritrovarci di fronte al porto. Il tramonto era ormai spento fuori dal palcoscenico dell'orrizzonte, e la sera portava con sè piccole e lucenti stelle, nel mare blu scuro del cielo. Sorrisi, estasiato come sempre da quello spettacolo. Le feci segno di seguirmi, e andai a sedermi su un muretto di pietra, da dove si poteva raggiungere un ponticello di legno che portava al molo. Le luci delle case sfumate di aracio finivano sulle onde del mare; uno spettacolo semplice che mi rendeva sempre le serate emozionanti.
«Allora?» Chiesi, voltandomi dalla sua parte.

 
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view post Posted on 14/6/2009, 21:51
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Avevano pure il latte! Cominciavo ad adorare sia Charl che mi aveva portata a cena fuori, a prendere un hot dog, e anche il vecchietto che mi aveva dato pure il latte. Appena ricevuto il mio panino, cominciai a mangiarlo con calma, forse anche per gustarmelo di più. Da molte non ne mangiavo uno. E poi dopo, ci sarebbe stato il 'dolce', il latte che, per me, era davvero un dolce prelibato.
Uscimmo dal chiosco, per avviarci verso una strada, ovviamente, a me ancora sconosciuta. Buon appetito! « Altrettanto! » La piazza, una viuzza buia, e poi, cosa del tutto inaspettata, il porto. Il tramonto era ormai finito, e il sole lasciava il posto alle stelle e alla luna. Charles mi fece segno di seguirlo, andandosi a sedersi su un muretto di pietra. Più avanti un ponticello di legno che portava al molo. Allora? mi chiese voltandosi verso di me. Io, intenta a guardare quello spettacolo magnifico da prima nemmeno lo ascoltai, mi arrivò solo una voce in lontananza. Dopo qualche secondo mi accorsi che era a me che aveva parlato, quindi mi voltai verso di lui e chiesi con una faccia davvero innocente: « Cosa? » aspettando la sua risposta mi voltai di nuovo verso il mare, continuando a mangiare con tranquillità, mentre il latte mi aspettava sussurrando "muoviti, finisci, e bevimi..!" dopo aver finito di mangiare, probabilmente, avrei consumato buona parte del mio rullino in quel posto.

Mio,
 
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sette,
view post Posted on 14/6/2009, 22:02




Charles

«Cosa?» Ridacchiai divertito dalla sua faccia, probabilmente non mi aveva nemmeno sentito, tanto era rimasta incantata. «Com'è?» Chiesi, a conferma della mia teoria, addentando un altro morso di panino, continuando a guardarla che fissava il mare.
L'odore di salseddine alleggiava nell'aria e rimasi in silenzio ad osservare quello spettacolo che ogni sera era lì, per saziare il suo pubblico.
«Vengo sempre quì, quando possiamo uscire da scuola, o abbiamo ore buche, se il teatro è occupato.» Dalla città arrivavano voci e suoni di una vita notturna non troppo movimentata, dei cittadini. A volte il preside ci lasciava andare a qualche festa di paese, per svariarci un pò e allegerire la mente. A me, sinceramente bastava il porto.
Finii di mangiare l'hot dog, prima di accartocciare il tovagliolo, e stiracchiare le braccia al cielo. «Che ne dici se dopo andiamo sul ponte a dare un'occhiata? Ci sono sempre un mucchio di barche.» Barche? Cavoli mi aspettavo auto da corsa.

 
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view post Posted on 14/6/2009, 22:23
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Mio,
Com'è? ah, voleva sapere che ne pensavo. Bej, dalla mia faccia avrebbe dovuto intuire che mi piaceva tantissimo, da arrivare al punto di non ascolatre più ciò che mi circondava « E' perfetto. » dissi semplicemente voltandomi a guardarlo per poi sorridere. Poco dopo finii l'hot dog, non mi preoccupai neanche di cecare un cestino dove buttare la carta, ma la lasciai li dov'era, il vento l'avrebbe portata con se, e dopo qualche tempo sarebbe diventata parte di questo mondo, come tutte le cose. Vengo sempre quì quando possiamo uscire da scuola, o abbiamo ore buche, se il teatro è occupato. presi il latte che ancora mi sussurrava "bevimi" per aprirlo e iniziare a berlo con la stessa tranquillità. Finì di mangiare anche lui, non molto dopo di me, Che ne dici se dopo andiamo sul punto a dare un'occhiata? annuii mugulando appena un cenno d'assenso. Ci sono sempre un mucchio di barche. Barche? No, speravo ci fosse qualche jet privato o un aereoporto internazionale. Quando finii di bere il mio latte, apoggiai la scatola di cartone dove avevo lasciato la cart dell'hot dog per saltare in piedi di fronte a Charl. Lo presi per mano « Andiamo, andiamo! Andiamo a vedere il jet privato e l'aereporto internazionale! » ci pensai su, ma che cavolo avevo detto? Scossi il capo per poi correggermi « Cioè, voglio dire.. Andiamo a vedere le barche! » saltellai facendo rimbalzare la macchina fotografica sul petto. Cominciai a tirarlo verso il ponte senza fermarmi un attimo, a volte apparivo proprio come una bambina vizziata e capricciosa.
 
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sette,
view post Posted on 14/6/2009, 22:42




Charles

Decretò che era perfetto, girandosi a guardarmi, e non sò perchè persi qualche battito; rimasi a fissare i suoi occhi qualche secondo, quasi stranito prima di tornare con lo sguardo, lievemente più rosso in volto, verso il mare. Lasciò carta e latte sul muretto, e prima ancora che ci potessi pensare io a buttarli mi prese per mano. «Andiamo, andiamo! Andiamo a vedere il jet privato e l'aereporto internazionale!» Alzai un sopracciglio. Che diamine aveva detto? Alzai le spalle tra mè e mè, mentre quella piccola furia mi spingeva saltellatante verso il molo, come una bambina. «Cioè, voglio dire.. Andiamo a vedere le barche!» I nostri passi tamburellavano sulle assi di legno, che da una parte avevano la strada acciottolata, e dall'altra l'acqua scura del mare. La macchinetta fotografica le saltellava sotto il collo, senza nessun pericolo che il cordoncino si spezzasse; forse tutto di lei era bizzarro. Osservai la sua mano stretta alla mia, e mi parve all'improvviso d'avere cristalli preziosi, non potevo permettermi l'errore di farli cadere, e così le nostre dita si intricavano.
«Alcune di quelle barche vengono prestate alla scuola a volte, per fare delle gite. Una volta siamo andati fino all'isolotto poco distante da quì e ci siamo accampati..» Spiegai, alludendo alla fila di barca di varie dimensioni e materiali poste vicino al ponte. E dire anche che quel giorno il professore di musica si era imboscato con la vicepreside nella foresta ammazzonica e non si erano visti per qualche ora.

 
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view post Posted on 14/6/2009, 23:04
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Mentre saltellavo sul ponticello di legno, trascinando Charl al mio seguito, il mio sguardo era fisso sull'acqua nera che pareva un mare di pece. Che al tempo stesso, rifletteva uno spettacolo unico di luci di stella e il bellissimo riflesso della luna, insieme alle luci della città che si accendevano solamente di notte, al calare del buio che ora ci avvolgeva come una magica coperta. Lasciai la sua mano, che ormai aveva trasmesso un po' di calore anche alla mia, nonostante già fosse calda di suo, e corsi verso il bordo del ponte costruito di assi di legno, messe una di fronte all'altra in un modo ordinato e bello da vedere. L'acqua scura mi attirava così tanto, mi chiedevo cosa sarebbe successo se mi ci fossi buttata dentro.
Alcune di quelle barch vengono prestate alla scuola a volte, per fare delle gite. Una volta siamo andati fino all'isolotto poco distante da quì, e ci siamo accampati.. mi raccontò, guardando una fila di barche, ognuna diversa dall'altra, nei modi più svariati. Pensai, che mi sarebbe piaciuto da morire fare una di quelle gite sul mare. « Che figaaaa - proprio in quel momento, corsi verso il bordo del ponte dove le barche finivano per poi ricominciare un po' più avanti, ma evidentemente qualcosa andò storto, scivolai - aaaaaah! finendo dritta in acqua. « Wah! E' freeeeeeedda! » urlai dopo aver lanciato un urlo acuto che squarciò la notte come un tuono. Ecco cosa si prova a buttarsi in acqua di notte. FREDDO! Per fortuna sapevo nuotare!

Mio,
 
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sette,
view post Posted on 14/6/2009, 23:13




Charles

Quasi me lo sentissi: cadde in acqua. E lanciò un urlo che squarciò l'atmosfera come un fulmine a ciel sereno. «Wah! E' freeeeeeedda!» Lanciai la giacca sul ponte, e mi tuffai in acqua; appena entrai, quella si insinuò fino alle ossa, gelida come se fossimo stati nell'Antartico. Nuotai fino a lei, e la presi in braccio, il suo viso troppo vicino al mio fece di nuvo cambiare di colore le mie guance. Che cavolo era, una calamita, maledizione?! Se ne era accorto adesso il sistema sensoriale che era una bella ragazza? Vallo tu a sapere.
Nuotai, o meglio, avanzai fino a toccare con una mano il ponte, allora la feci sedere, e dandomi spinta con le braccia mi rialzai anche io. «In fondo mi piace che tu sia così bizzarra.» Me ne uscii fuori, mentre sventolavo i capelli per farli sgocciolare un pò. Recuperai la giacca e la misi sulle spalle a Mio. «Se ti prendi un raffreddore o peggio, mi sentirò responsabile.» Dichiarai, portando le braccia dietro il capo e appogiando la schiena a terra, così da avere l'intera notte blu a mia disposizione.

 
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view post Posted on 15/6/2009, 12:40
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Si precipitò a 'salvarmi' senza un minimo di esitazione, anche se forse sarei voluta restare di più in acqua, anche a costo di prendermi un raffreddore, ma andò bene anche così, si perchè, notai una cosa che altrimenti non avrei avuto occasione di notare: l'ombra di rossore sulle sue guancie. Sorrisi divertita, cercando di trattere le risate più potevo, ci sarebbe stato un momento migliore per rinfacciarglielo. Mi fece sedere sul ponticiolo, e poi si sedette anche lui In fondo, mi piace che tu sia così bizzarra. sentii un leggero calore sul viso, quindi lo abbassai facendolo nascondere dai capelli corvini leggermente bagnati, causa: il mio 'tuffo'. Prese la sua giacca e me la mise sulle spalle Se ti prendì un raffreddore o peggio, mi sentirò responsabile. ancora quel leggero rossore, dovetti scuotere il capo per eliminarlo del tutto « Si ma così anche tu potresti prenderti un raffreddore, mi sentirò responsabile. » così mi avvicinai a lui, mi coricai accanto, più vicina possibile e usai la sua giacca come 'coperta'. I miei occhi si fissarono sulla luna in alto nel cielo, proprio sopra di noi. « Sei carino quando arrosisci. » commentai, con una faccia che non lasciava trasparire nessuna emozione, in realtà, chiunque avrebbe potuto dedurre, guardandomi negli occhi, che ero contenta. Davvero contenta.

Mio,
 
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sette,
view post Posted on 15/6/2009, 12:53




Charles

Squotè la sua testa corvina, che ondeggiò nella notte. «Si ma così anche tu potresti prenderti un raffreddore, mi sentirò responsabile.» E prima ancora che potessi rispondere si coricò al mio fianco, stringendosi a me, e la giacca ci fece da allegra coperta. «Non serviva, e poi non fa troppo freddo fuori dall'acqua.» Ma la lasciai fare, tenendo lo sguardo sulle mille stelle sopra di noi, alcune più piccole di altre, altre forse già morte.
«Sei carino quando arrosisci.» Nessuna sfumatura di colore invece nel suo tono di voce. Alzai un sopracciglio.. Che cooosa?! «Ah... Sicura che non ti servano un paio di occhiali e che abbia frainteso rossore con luci della ribalta da parte della città?» Quando! Come! E soprattutto perchèèè! Ah bè, ormai era fatta. «E poi non è colpa mia se sei una bella ragazza.» Risposi più tranquilo di prima, calma e sangue freddo. E' così che bisogna fare anche quando non ci si ricorda una battuta. Avvolsi il suo corpo con un braccio e la strinsi di più a me.. Almeno così ci riscaldevamo prima!

 
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view post Posted on 15/6/2009, 13:36
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Sicura che non ti servano un paio di occhiali e che abbia frainteso il rossore con le luci della ribalta da parte della città? arricciai le labbra e mi voltai a guardarlo imbronciata « Sono sicurissima di quello che ho visto, e ci vedo benissimo tra l'altro. » dissi con una voce leggermente stizzita E poi non è colpa mia se sei una bella ragazza. lo guardai leggermente incredula, e avvampai, mi voltai di scatto per nascondere il rossore, troppo orgogliosa per mostrarmi in un momento del genere. Però, chi non accetta i complimenti, si sà, è un perdente. Al diavolo le guancie rosse! Se me l'avesse fatto notare gli avrei semplicemente risposto a tono. Facendo finta di nulla mi voltai di nuovo verso di lui con un grandissimo sorriso stampato sulla faccia « Grazie! ». Sbadigliai appena, per poi stringermi di più a lui, quando lui avvolse il mio corpo con un braccio. « Dici che se mi addormento muoio congelata? » mugugnai con aria assonnata, sbadigliai di nuovo « Quanto mi piacerebbe farti una foto mentre dormi... » mormorai, e proprio pensando alla mia macchina fotografica mi ricordai che cadendo in acqua si era rotta mi misi seduta in colpo « LA MIA MACCHINA FOTOGRAFICA! » urlai squarciando nuovamente il buio e il silenzio che ci circondava « Sarai costretto a riportarmi quì una volta ricomprata la macchina fotografica, e ovviamente a farti fare tante foto. » sospirai ricoricandomi accanto a lui, con un aria vagamente soddisfatta sorrisi. Avevo lo scusa per farmici riportare e per fargli tante foto.

Mio,
 
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sette,
view post Posted on 15/6/2009, 13:55




Charles

Si voltò a guardarmi imbronciata. «Sono sicurissima di quello che ho visto, e ci vedo benissimo tra l'altro.» Rispose, con tono lievemente irritato. Ma dopo che le dissi che era colpa sua, e che era una bella ragazza mi guardò un attimo incredulo e mi parve di notare un lieve cambiamento di tono dal suo normale pallore. Se ne accorde lei per prima, e si voltò di scatto. «Ah-ha! Sbaglio o anche quello era rossore?» Chiesi, spostandomi verso di lei per ricercare il suo viso. Era una battaglia persa, e lo sapeva anche lei, allorchè si voltò di nuovo, con un largo sorriso sui denti. «Grazie!» Scoppiai a ridere. «E di chè.» Sorrisi, mentre lei tornava al suo posto, e contagiavo il mio sbadiglio con il suo.
«Dici che se mi addormento muoio congelata?» Ci riflettei un pò su, e poi scossi il capo. «Naa, non credo. E poi ci sono io che ti tengo al caldo.» Che emerito Don Giovanni, ahahah. Sbadigliò di nuovo; forse era meglio tornare a scuola.
«Quanto mi piacerebbe farti una foto mentre dormi...» Diventai di nuovo rossiciuolo, e chiusi gli occhi. «Se proprio vuoi un giorno ti concedo un set fotografico, ma solo perchè sei tu.» Dissi, sbuffando scherzosamente. Chissà come si faceva il modello..
La sentii alzarsi di colpo, e un urlo agghiacciante fermo di nuovo l'atmosfera, tanto che presi un colpo tale da far alzare anche me. «LA MIA MACCHINA FOTOGRAFICA!» Mi passai una mano sugli occhi socchiusi, sospirando. «Sarai costretto a riportarmi quì una volta ricomprata la macchina fotografica, e ovviamente a farti fare tante foto.» Aha, sorrisi sghembo. «Sarà una vera scocciatura.» Feci per controllare l'ora, mentre insieme tornevamo tranquilli e beati distesi su quelle assi. «ABBIAMO SALTATO IL COPRIFUOCO!» Questa volta fui io a urlare e a saltare subito in piedi. Il tempo passa come mangiare caramelle. Mi abbassai e la presi in braccio, coricandomela su una spalla. «Dobbiamo correre prima che qualcuno ci veda, perchè se poi c'è un prof che fa la ronda notturna, e ti vede insieme a me, sono guai!» Presi a risalire il ponte, saltai il muretto e ripresi la mia corsa verso la collina.
Serata tranquilla ragazzi.

 
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view post Posted on 15/6/2009, 14:30
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Mi stavo già tranquilizzando nuovamente, quando Charl saltò in piedi urlando una cosa del tipo: ABBIAMO SALTATO IL COPRIFUOCO! lo guardai ad occhi sbarrati.. c'era un coprifuoco? Il tempo era passato veloce, senza neanche accorgermene si era davvero fatto tardi. Si abbassò, capii solo dopo quello che stava cercando di fare.. Prendermi sulla spalla! Dobbiamo correre prima che qualcuno ci veda, perchè se poi c'è un prof che fa la ronda notturna, e ti vede insieme a me, sono guai! chissà poi cosa serebbe successo, che punizione ci avrebbero dato, magari ci avrebbero fatto soltanto una semplice ramanzina sul buon comportamento « Ehi ehi! Non m'importa, posso anche correre da sola! » schiamazzai abbastanza irritata; adesso, pensandoci sarebbe stato anche un buon allenamento. Sospirai, sapevo che non mi avrebbe messo giù, quindi mi arresi senza sprecare voce e rischiare di farmi venire il mal di gola, avevo già urlato abbastanza. Il ponte mi salutava, così come il muretto dove avevamo mangiato e quindi la collina. In lontananza vedevo le luci della città che ci abbandonavano, il mare allontanarsi sempre di più, segno che ci stavamo avvicinando all'orfanotrofio. Ero tranquillissima, non mi spaventavano due paternali, e neanche una punizione.
Dopo poco tempo, arrivammo alle mura dell'orfanotrofio. « Adesso mi puoi anche far scendere. » sbuffai, ancora leggermente stizzita.

Mio,
 
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sette,
view post Posted on 15/6/2009, 14:35




continuaneidormitori
 
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