L'incontro., Privata

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~Miharu;
view post Posted on 29/6/2009, 13:28




A l l e n W a l k e r


Era notte, ormai notte fonda, guardai l'orologio che mi aveva regalato Mana che tenevo al polso sinistro: erano le 00:59, mancava solo un minuto all'una di notte. Stavo camminando per i lunghi corridoi dell'orfanotrofio eguardavo fuori da quelle immense vetrate che davano al cortile. Sembrava tutto così triste di notte. Nel corridoio quasi tutte le porte delle stanze erano chiuse, tranne alcune, da quelle si intraveedeva uno spiraglio di luce che filtrava dalle finestre. C'era la luna piena quella notte. Mi sporsi ad una finestra del corridoio ed improvvisamente ricordai Mana. Quanto mi mancava.. Mi toccai la cicatrice, quella strana cicatrice a forma di stella sulla fronte, che mi perforava l'occhio destro. Avrei tanto voluto conoscere la verità sul mio conto, ma che potevo farci, questa è la vita di un orfano, vivere nel dubbio su se stessi. Sotto un certo aspetto è anche bello, si può fantasticare sulle vere origini della propria famiglia, ma meglio non fantasticarci troppo; perchè è tutta un'illusione.
Tornai a camminare con la luce della luna che mi faceva strana, era ormai la quinta volta che attraversavo quel corridoio quella notte. Non avevo sonno. Ero lì solo da un paio di settimane, ma sembravano già passati anni. Che noia.. Pensai. Mi sarebbe piaciuto occupare la notte con qualcosa di utile ma non mi veniva in mente niente. Rivolsi il mio sguardo alla finestra, poi guardai il corridoio, c'era un'angolo del corridoio non ben illuminato, anzi, non illuminato affatto. Scriutai una figura. Mi avvicinai e vidi una vecchia sedia in legno scuro, ancora resistente notai. Senza esitare la presi e mi spostai nel punto più illuminato del corridoio, mi tolsi la maglietta lasciando libero il mio petto muscoloso e mi strinsi per bene i pantaloni. Presi la sedia, feci in modo che poggiasse su una sola gamba, e con un dito mi misi a fare le flessioni in vesticale sopra l'altra estremità della sedia. Finalmente mi trovai a mio agio.
 
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view post Posted on 29/6/2009, 13:53
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Non avevo sonno quella notte, neanche un pizzico di sonno aveva preso possesso del mio corpo. Così mi alzai dal letto, era forse mezzanotte, forse l'una. Non m'interessava particolarmente l'ora. Presi il primo vestito che trovai nel mio armadio e me lo infilai. Il più comodo. Nero e blu, lungo fino a pochi centimetri sopra le ginocchia, con vari pizzi e merletti dappertutto, proprio il mio genere di abiti.
Uscii dalla mia camera di soppiatto, mescolandomi con le ombre della notte per non farmi scoprire e non beccarmi una terribile punizione.
I corridoi della scuola erano lugubri, e aveva un non so chè di macabro che si intontava perfettamente con i miei liniamenti inquetanti, e lo strascico lento del mio vestito, che si muoveva con me ad ogni mio passo. Non c'era nessuno, solo il buio che ormai mi cirocondava, e qualche frammento di luce che filtrava dalle grande finistre dei corridoi. Quando svoltai l'angolo però, vidi una figura alta e indistinta di fronte a me. Sperai non fosse un professore, lo sperai davvero. Non avevo voglia di subire una scocciante punizione per colpa della mia totale mancanza di sonno. Mi avvicina quindi di soppiatto, ma quando notai che era un ragazzo tirai un muto sospiro di sollievo. Guardandolo meglio, notai che non era poi così alto, perchè stava su una sedia ed.. era a petto nudo! Avvampai e nascosi il viso. Stava in una strana posizione, non capii subito quello che stava facendo, ma non m'interessava neanche tanto. « Se qualche professore ti trova quì, potrebbe punirti. » borbottai sottovoce, ma abbastanza alto da farmi sentire da lui. Però, ad incuriosirmi non fù il bel visino di quel ragazzo, ma l'assurda cicatrice che possedeva, e i capelli bianchi.

A L I C E

 
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~Miharu;
view post Posted on 29/6/2009, 14:04




A l l e n W a l k e r



Contai la numero 325 quando una ragazza con un vestito sfarzoro si avvicinò a me, non riuscii a vederla bene, c'era troppo buio, e la posizione in cui ero messo non mi permetteva di vedere bene. Scesi con un salto e mi posai in terra senza fare troppo rumore. Mi sedetti nella sedia passandomi una mano sulla fronte per togliermi il sudore. La guardai:« Grazie per l'avvertimento milady, ma non mi interessa più di tanto.. Non posso mica comandare la mia stanchezza. » Le sorrisi dolcemente e ripresi a togliermi il sudore dalla fronte, presi la maglietta e me la strofinai sulla fronte. Poi mi pulii le mani su di essa e la poggiai sulla sedia alzandomi. Le presi una mano « Piacere, io sono Allen Walker. » Mi chinai e le baciai la mano da perfetto galantuomo. Poi mi raddrizzai e ripresi a guardarla.
 
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view post Posted on 29/6/2009, 14:19
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Grazie per l'avvertimento milady, ma non mi interessa più di tanto.. Non posso mica comandare la mia stanchezza. quasi, la pensava allo stesso mio modo. Ma quant'ero ipocrita? Mi curavo di dirgli di fare attenzione, anzi lo sgridavo per essere fuori camera di notte, mentre anche io facevo la medesima cosa. Compii alcune azioni che mi diedero il volta stomaco, solo allora capii che si stava allenando, seppure in un modo abbastanza strano. Poi si presentò, dicendo di chiamarsi 'Allen Walker' si chinò di fronte a per, per poi farmi il bacia mano. Di nuovo le mie guancie assunsero un colorito rosato, voltai il viso verso destra. « Alice Kuran. » mi presentai a mia volta, allontanando la mia mano dal suo corpo che nel mentre si era raddrizzato per guardarmi. Borbottai un: dovresti metterti la maglietta, abbastanza irritata dalla situazione inbarazzante che si era creata. Girai i tacchi e feci per continuare la mia passeggiata notturna fino al giardino, mia speciale destinazione.

A L I C E

 
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~Miharu;
view post Posted on 7/7/2009, 17:50




« Alice Kuran. » « Alice, bel nome. » risposi sorridendole. Lei arrossii in modo impressionante, rimasi qualche secondo a rifletterci su, poi capii che il motivo era il fatto che non avessi la maglietta. Senza fare molte storie la rimisi e mi sedetti sulla sedia, la fissai, si vedeva dal suo sguardo l'imbarazzo che provava, però allo stesso tempo non le dispiaceva vedermi a petto nudo. Abbassai lo sguardo e feci ukn sorrisino soddisfatto. Guardai da un lato una porta socchiusa. Da lì usciva un filino di luce; c'era qualcun'altro sveglio oltre noi..
Senza distaccare troppo lo sguardo da quella fessura mi rivolsi ad Alice. « E tu? Come mai ancora sveglia a quast'ora?»
La guardai spegnendo il sorrisino soddisfatto e ritornando alla mia solita espressione. Mi accorsi che la luce della luna che trapassava la finestra mi illuminava la cicatrice, allora spostai la sedia più indietro in modo che la luce ricadesse altrove. Mi dava altamente fastidio mettere in mostra la mia cicatrice, quasi quanto i miei bizzarri capelli. All'idea che Alice potesse notare i miei capelli mi grattai la testa e mi spostai ancora più indietro mettendomi il cappuccio della felpa che avevo legato in vita.
 
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4 replies since 29/6/2009, 13:28   103 views
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